Falling Walls Lab Italy 2022, la Call aperta fino al 30 giugno

È aperta fino al 30 giugno la Call for Application di Falling Walls Lab Italy 2022, la tappa italiana del forum internazionale dedicato alla promozione delle idee eccezionali delle nuove generazioni, un’occasione per connettere scienziati e imprenditori a livello globale.

I TRE ATENEI DI U4I A FALLING WALLS LAB

L’Università degli Studi di Milano-Bicocca ospiterà l’evento – in programma il 14 settembre 2022 –, supportata da una rete di partner che comprende anche gli altri due Atenei fondatori di Fondazione U4I – University For Innovation, l’Università degli studi di Bergamo e l’Università degli Studi di Pavia, oltre ad Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Politecnico di Bari, Università degli Studi di Cagliari, Università degli studi di Milano, in collaborazione con B4I – Bocconi for Innovation, Netval e Social Innovation Teams (SIT).

I Falling Walls Lab sono organizzati globalmente durante tutto l’anno con l’obiettivo di ricercare eccellenze nei settori più disparati: dalla scienza all’arte, dalla sociologia all’economia. Studenti, scienziati e giovani creativi avranno la possibilità di illustrare il proprio lavoro di ricerca, modello di business o iniziativa imprenditoriale. Unico vincolo: un tempo massimo di tre minuti per completare la propria presentazione. Una commissione di esperti del mondo accademico e commerciale selezionerà poi le migliori proposte che parteciperanno all’evento di settembre.

LE TAPPE SUCCESSIVE

I progetti selezionati si sfideranno e il vincitore parteciperà al Falling Walls Lab Finale a Berlino, che si terrà il 7 novembre 2022, dove avrà l’opportunità di essere illustrato davanti ad una platea internazionale assieme ad altri 75 provenienti dai Falling Walls Lab ospitati in tutto il mondo. Il progetto vincitore dell’edizione italiana parteciperà anche alla Falling Walls Conference, l’evento conclusivo dell’iniziativa.

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Mini-batteria nucleare integrabile: al via il progetto finanziato da U4I

È stato avviato all’inizio del 2022 il progetto della mini-batteria nucleare integrabile che era risultato tra i vincitori del bando IPF – Innovation Project Fund 2021, e che era stato quindi finanziato da Fondazione U4I – University for Innovation.

Il progetto

Una batteria nucleare a scintillazione integrabile in sensoristica complessa, utile per la raccolta di dati sperimentali e il monitoraggio in tempo reale di infrastrutture che si trovano in ambienti remoti o in aree difficilmente accessibili all’uomo: è la sintesi del progetto proposto da Francesca Cova, assegnista di ricerca del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca. Questa mini-batteria nucleare integrabile di nuova generazione è formata dall’accoppiamento di un materiale scintillatore (nanocristalli colloidali di perovskite) con uno fotovoltaico, e sfrutta la luce di scintillazione per convertire l’energia nucleare di un radioisotopo in elettricità. Tutti i particolari in questa scheda.

«Una batteria nucleare è un dispositivo che permette di produrre corrente elettrica a partire dall’energia nucleare. Funziona come una cella solare, ma al posto del sole mettiamo una sorgente radioattiva a bassa intensità; il tutto è ovviamente schermato e progettato in modo da poter essere maneggiato in tutta tranquillità dall’utilizzatore, e non rappresentare alcun rischio per l’ambiente circostante». Leggi qui l’intervista completa, a Francesca Cova, principal investigator del progetto.

Il bando IPF

Il progetto era risultato tra i vincitori della call 2021 di IPF – Innovation Project Fund, un strumento che si è rivelato particolarmente utile per il team di ricerca formato, oltre che da Cova, anche Matteo Zaffalon, Francesco Carulli, Sergio Brovelli, Anna Vedda: il sostegno della Fondazione, infatti, aveva consentito di passare dallo stadio di ricerca fondamentale alla maturazione tecnologica, con la realizzazione e la convalida di un prototipo.

Scopri di più su IPF – Innovation Project Fund, il bando annuale promosso da Fondazione U4I – University for Innovation che finanzia l’innovazione, nella pagina dedicata.

L’Innovation Project Fund (IPF) di U4I tra le buone pratiche dalla Knowledge Valorisation Platform dell’Unione Europea

L’Innovation Project Fund (IPF) di U4I, uno dei principali strumenti con cui Fondazione U4I promuove e sostiene i progetti innovativi con potenziale impatto economico e sociale nati all’interno dei tre Atenei Fondatori (Università degli studi di Bergamo, Università degli Studi di Milano-Bicocca e Università degli Studi di Pavia), è stato inserito all’interno delle buone pratiche segnalate dalla Knowledge Valorisation Platform.

Qui il link alla pagina dedicata.

Importante portale web di riferimento legato all’innovazione, la Knowledge Valorisation Platform si pone come obiettivo principale quello di mettere in connessione tra loro attori – pubblici e privati – presenti nei diversi paesi membri dell’UE, per facilitare la condivisione di conoscenze, esperienze e best practices in grado di trasformare la teoria in pratica, di realizzare cioè prodotti sostenibili, processi e servizi con un impatto economico positivo e un beneficio per la società a partire dai migliori risultati della ricerca europea in diversi ambiti disciplinari.

Per Fondazione U4I, un’ulteriore occasione di visibilità internazionale e un importante stimolo in vista dell’apertura, nei primi mesi dell’anno appena cominciato, del bando IPF 2022.

Cos’è IPF: IPF è il bando che finanzia la ricerca, in qualsiasi ambito disciplinare, erogando finanziamenti a sostegno di idee innovative con l’obiettivo di favorirne la maturazione tecnologica, valorizzarle con la forma di tutela giuridica più appropriata, avvicinarle al mercato tramite azioni di trasferimento tecnologico come licensing e/o creazione di spin off, e portarle all’attenzione di possibili investitori. In 3 anni il bando IPF ha finanziato 12 progetti, per un importo totale di 750 mila euro. A questo link tutte le informazioni sul bando IPF – Innovation Project Fund di Fondazione U4I e le modalità di partecipazione.

IPF 2019/I vincitori: Strategie innovative per la cura delle ferite (Università degli studi di Pavia)

Strategie innovative per la cura delle ferite è tra i 4 progetti vincitori del bando IPF 2019. Il team di ricerca del Dipartimento di Scienza del Farmaco guidato da Giuseppina Sandri, Professore associato in Tecnologia farmaceutica del Dipartimento di Scienze del Farmaco, ha sviluppato un sostituto dermico di nanofibre a base di polisaccaridi per trattare e curare le lesioni della pelle. Una proposta innovativa che si inserisce nel panorama delle strategie per la cura delle ferite e il trattamento delle lesioni croniche della pelle.

Chiari i vantaggi commerciali del prodotto presentato: è facile da industrializzare, non prevede componenti tossiche o animali, non è immunogenico ed è facile da conservare e sterilizzare. Aggiudicandosi il finanziamento previsto dal bando IPF 2019, Fondazione U4I ha offerto un contributo rilevante per promuovere lo sviluppo – dall’idea alla strategia – del prodotto, e per dare allo stesso prospettive di industrializzazione.

La prof. ssa Giuseppina Sandri parla del progetto in questo video

IPF 2019/I vincitori: I-TEX, trattamento idrorepellente dal basso impatto ambientale (Università degli studi di Bergamo).

I-TEX è un innovativo trattamento per materiali tessili ad uso tecnico realizzato mediante applicazione di coating ceramico organico-inorganico con proprietà idrorepellente, fluoro-free e formaldeide-free. L’ideatore è Giuseppe Rosace, Professore associato di Chimica del Dipartimento di Ingegneria e Scienze applicate dell’Università degli studi di Bergamo che, insieme al suo team di ricerca è tra i vincitori del bando IPF 2019.

La storia di questo prodotto parte da una sempre maggiore attenzione verso l’impatto ambientale delle produzioni industriali, del settore tessile in particolare. Passa poi attraverso la nascita dello spin-off ArgoChem dell’Università degli studi di Bergamo e prosegue con l’assegnazione dei fondi IPF da parte della Fondazione U4I: Il progetto presentato è risultato valido anche grazie alla sua possibile applicazione in altri settori non esclusivamente tessili (carta, plastica, legno) e all’alto livello di qualità garantito.

IPF 2018/I vincitori: ITS Injection Tube System consolida i terreni prima di un profondo scavo (Università degli studi Milano – Bicocca).

Riccardo Castellanza, professore associato in Ingegneria Geotecnica del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) con il progetto ITS – Injection Tube System si aggiudica il primo bando IPF nel 2018.

ITS – Injection Tube System è in grado di simulare il trattamento del terreno in un ambiente di laboratorio: questo permette di trovare la miscela e i parametri migliori per ottimizzare il consolidamento dei terreni prima di uno scavo.

Il metodo di lavoro di ITS prevede che vengano riprodotte le iniezioni di miscela cementizia nel terreno, quindi vengono analizzati pressione, velocità di avanzamento e raggio di penetrazione della miscela. Si osservano quindi i cambiamenti del suolo prima, durante e dopo il trattamento. Effettuando questi passaggi in laboratorio, il processo riduce costi e rischi di un intervento sul campo.

Nato come spin-off dell’Università di Milano-Bicocca, ITS è stato attivato da un dottorato industriale e si è poi distinto suscitando interesse anche a livello internazionale.

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